Spunti quotidiani….

Sono da Roberto e mentre stiamo parlando di come potremmo investire il suo patrimonio, mi chiede: “Massi ma i Bitcoin?”

Già, i Bitcoin…
“Perché me lo chiedi proprio adesso?” E apro il grafico…
“Perché non mi stupisce la domanda, mi stupisce il tempismo…”

 

Dove l’ho già visto questo grafico?
Ah si… il grafico del Bitcoin, e anche di altre criptovalute, è una perfetta trasposizione nella realtà del tipico grafico delle emozioni di un investitore.

Quel ciclo che parte con l’ottimismo, si evolve nell’eccitazione, nel brivido per aver individuato un trend e nell’euforia che ne consegue….

A quel punto l’investitore ormai in preda all’autocompiacimento, credendo di aver dipanato la trama del mercato, sottovaluta l’inizio della discesa, ritenendola un semplice correzione di breve periodo e anche se con un po’ d’ansia, “aiutato” dalla negazione di ciò che vede, ritarda l’intervento fino alla trasformazione del sentiment in disperazione, panico, capitolazione, abbattimento e quindi VENDITA DISPERATA.

In quel momento, ai minimi, “TUTTI VENDONO” , consentendo alle “mani forti”, agli istituzionali di comprare a prezzi molto bassi, mentre il panico dei più si è trasformato in depressione e in grida alla truffa (e in insulti alla categoria intera di chiunque parli di finanza)…

Personalmente non mi è mai successo che qualcuno mi chiedesse chi stava dall’altra parte a comprare a mani basse tale “neospazzatura” (sempre che lo fosse), l’unica domanda giusta da farsi in quel momento…
È un ciclo che si verifica sempre uguale nelle sue caratteristiche sostanziali, cambia solo l’oggetto del contendere…

Così, quando il mercato risale, il portafoglio degli “squali” cresce esponenzialmente mentre speranza e fiducia si riaffacciano sul mercato….
I pochi che cominciando a comprare con prudenza lo fanno comunque quando il mercato ha già fatto un bel tragitto dai minimi.

Esaminando il Bitcoin, è avvenuto esattamente questo: per portare il Bitcoin quasi a 55.000€ è subentrata una ventata di euforia, alcuni parlavano di 100.000€ a portata di mano, poi è arrivata la compiacenza, l’ansia, la paura, quella sorta di incredibile e apparentemente difficile da comprendere vergogna dell’investitore perdente.

C’è voluto un doppio minimo sotto 25.000€ per riempire le tasche degli squali inducendo i più sprovveduti a vendere in preda al panico … e così ora, siamo intorno a 41.000.

Ovviamente, sta tornando l’ottimismo e tutti parlano di cripto e di Bitcoin, quando a giugno e luglio tutti lo davano come destinato a fine imminente.

Tutto ciò è avvenuto mentre la Cina si è completamente ritirata dal Bitcoin, proibendolo. E in un clima di sostanziale incertezza, se altri stati dovessero fare lo stesso.

Ma segnali incoraggianti sono venuti dal mondo delle grandi imprese, sempre più inclini e numerose ad accettare pagamenti in bitcoin.

E così, l’ottimismo è tornato, e chi sta facendo business sulle cripto fa di nuovo sentire una voce, che si era un po’ appannata fino a poco più di un mese fa

È una bolla? Probabilmente sì, o forse no. Di sicuro, è un asset ammantato di tutta l’incertezza possibile sia pensabile di avere su uno strumento finanziario.
La bolla dei tulipani del 1634-1637 assomiglia e ha fatto da capostipite a tutte le bolle della storia.
Ha reso addirittura codificabile il processo con cui si crea una bolla finanziaria, creando la prima esperienza storica, che ha poi dimostrato l’incredibile memoria corta degli investitori, che tendono a perpetuare gli stessi errori a ondate ricorrenti.

Ma il Bitcoin in fondo potrebbe non assomigliare alla bolla dei tulipani. È un asset molto volatile, che percorre i normali cicli emozionali tipici della finanza comportamentale, risorgendo dai minimi, quando sul suo prezzo si crea un equilibrio temporaneo di domanda e offerta, tale da configurare un livello da cui ripartire.

Se non gli succederà nulla di traumatico (un improvviso divieto in un paese critico come gli Stati Uniti?), il Bitcoin è destinato ad essere, e lo è già, un asset presente in molti portafogli. Certo, volatile, chi lo nega, ma alla fine non così distante da tanti titoli visti negli ultimi anni.

Nella storia, gli Stati si sono sempre opposti, alla lunga, alla creazione di moneta che non fosse sotto il loro specifico controllo.

È la storia a dircelo, e non ci meraviglia che un stato autoritario come la Cina non abbia sopportato a lungo l’onta e l’affronto di una moneta che non fosse marchiata Partito Comunista.

Nel caso del Bitcoin, quale sarebbe la conseguenza sul mercato se l’Europa e Stati Uniti dovessero fare lo stesso, se dovessero percepire la concorrenza del Bitcoin rispetto ad un “euro o a un dollaro digitale”, cioè ad una qualche loro moneta digitale prossima ventura?

In fondo la BCE è partita l’anno scorso con lo studio di un Euro digitale… (per info: https://www.ecb.europa.eu/paym/digital_euro/html/index.it.html )

Questo è, probabilmente, il vero rischio del Bitcoin. Per il resto, no, a me non sembra una bolla. Una follia, forse, ma come ne abbiamo viste tante…

Sembrava una follia anche Facebook o i Social Network, alla loro prima comparsa. Per quale ragione dovrei provare piacere a pubblicare una mia foto privata su una pagina perché la vedano tutti? Già, per quale ragione, ma lo fanno un miliardo e ottocento milioni di persone…

Il Bitcoin probabilmente non è dissimile dai social. Qualche cosa che sembra follia, ma il cui uso diventa sempre più ampio. Se non gli accade nulla di traumatico, fra 5 o 10 anni, potrebbe avere la diffusione di un social network.

Magari se volete avvicinarvici come Roberto, potreste fare 3 cose:

  1. Non comprarlo su piattaforme straniere di dubbia affidabilità
  2. Entrarci gradualmente tramite un ETC che vi permetta di compensarne anche profit e loss fiscali…
  3. Implementarlo seriamente con la struttura del vs portafoglio inserendo quelli strumenti che permettono di tenerlo sott’occhio

E poi un giorno approfondire cosa sia la blockchain, la vera rivoluzione delle criptovalute, che sicuramente sarà dirompente… ma questa è un’altra storia.

Se volete parliamone assieme.

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